Palazzo Legnani-Pizzardi e la sua storia
La storia del palazzo senatorio che ospita la nuova sede del Tribunale ha inizio oltre sei secoli fa, quando nel 1366 Giovanni da Legnano comprò una piccola "casa a uso di studio" per il prezzo di 200 bolognini, e arriva fino ai tempi nostri, passando per l'acquisto nel 1839 – dopo cinque secoli di proprietà della famiglia Legnani – da parte dei marchesi Pizzardi, che poi lo avrebbero venduto pochi decenni dopo, nel 1885, all'ente che sarebbe divenuto le Ferrovie dello Stato e che allora si chiamava Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali (1).
Il seguito è storia recente, con l'acquisto e la ristrutturazione del palazzo da parte della Palazzo Legnani Pizzardi s.r.l., di proprietà dell'imprenditore ing. Romano Volta, che ha sottoposto l'immobile a un'accurata ristrutturazione in project financing e lo ha concesso in locazione al Comune di Bologna, che per legge ha l'onere di assicurare la adeguata edilizia giudiziaria alla città (salva ripetizione da parte dello Stato delle spese d'affitto in una percentuale che si aggira intorno al 70%).
La storia inizia quindi con Giovanni da Legnano, capostipite di quella che sarebbe diventata la famiglia Legnani; una figura straordinaria, come vedremo, alla quale non viene resa giustizia quando si tende a identificare l'immobile come "Palazzo Pizzardi", dimentichi del fatto che la famiglia Legnani è stata proprietaria del palazzo per quasi cinque secoli, mentre la famiglia Pizzardi lo ha detenuto per appena 46 anni.
Giovanni da Legnano fu uno dei principali protagonisti dello "Studio bolognese", le scuole di diritto civile e canonico che hanno prosperato a Bologna e ne hanno fatto il luogo di nascita e sviluppo della prima Università del mondo, e si inserì immediatamente nel solco della tradizione già consolidata della docta Bononia, legum mater, il cui Studium era stato fondato, già da un paio di secoli, da Irnerio (per il diritto romano) e da Graziano (per il diritto canonico), e proseguito, fra gli altri, da Accursio, Odofredo, Rolandino (2).
Originario di Legnano in Lombardia, Giovanni si stabilì a Bologna nel ‘300, dove fece una rapida carriera: docente di diritto canonico e civile, teologo e studioso di fama europea ("utriusque iuris eximius in orbe professor"), nel 1377 venne nominato vicario del Papa a Bologna, potendo contare – da intellettuale laico – di pari stima e appoggio politico sia da parte dei bolognesi che della corte romana. In questo suo ruolo ottenne, fra l'altro, che Bologna venisse risparmiata dal massacro che, fra il 1375 e il 1378, il Cardinale Roberto da Ginevra inflisse ad altre cittadine (3).
Nella "casa a uso di studio" (cioè di scuola) che si trovava nel luogo dove ora vediamo il "Palazzo Legnani-Pizzardi", Giovanni da Legnano teneva le sue lezioni di diritto, secondo la consuetudine del tempo che prevedeva che i maestri di diritto facessero lezione nella propria casa. Ed è proprio nel tratto di strada della attuale via Farini, ricompreso fra via d'Azeglio e piazza Galvani, che si svilupparono le scuole di diritto bolognese, e fra i diversi toponimi che la strada adottò nel tempo ci furono via delle Scuole, via dei Libri ma anche via Legnani.
Giovanni da Legnano morì il 16 febbraio 1383, e la sua fama era tale che la città proclamò una giornata di lutto con chiusura di tutte le botteghe. Venne sepolto in S. Domenico, anche se ora il suo sepolcro si trova al Museo Civico Medievale (mentre i due mensoloni che reggevano l'arca si trovano alla Rocchetta Mattei di Riola di Vergato).
I figli di Giovanni furono anch'essi studiosi e docenti di diritto, e anche le generazioni successive si dimostrarono molto ben intessute nella città, tanto che esponenti della famiglia Legnani furono componenti del Senato cittadino, sino alla sua soppressione avvenuta nel 1797. La contemporanea abolizione dei titoli nobiliari e il fatto che la famiglia Legnani si trovò priva di eredi maschi portò ben presto alla vendita al marchese Camillo Pizzardi, esponente di un'altra famiglia di nobili tradizioni cittadine.
Il Palazzo, nella sua configurazione attuale, è naturalmente molto diverso dall'edificio delle origini, avendo nel corso dei secoli attraversato rifondazioni, ampliamenti e rimaneggiamenti, di pari passo con l'accrescersi del prestigio, della carriera politica e militare della famiglia: la originaria "casa a uso studio" venne ampliata nel 1587 dagli architetti Francesco Guerra e Francesco Morandi, il famoso "Terribilia"; nel 1677 venne costruito il caratteristico scalone tardobarocco, opera di Gabriele Chellini; nel ‘700 i cortili vennero ornati con le statue dei centauri e l'imponente statua di Ercole che vigila sul cortile offrendosi allo sguardo di tutti coloro che vi accedono, opere dei fratelli Petronio e Francesco Tadolini; nel 1869 l'architetto Antonio Zannoni intervenì profondamente, nell'ambito del riassetto delle attuali vie Farini e d'Azeglio, aprendo il grande portone sulla via d'Azeglio.
Ma anche i sotterranei dell'edificio raccontano una storia particolare: non tutti sanno che, sotto uno dei due cortili interni dominati da una statua di centauro, si trova una grande vasca di raccolta delle acque che, provenendo dalla fonte che nasce a S. Michele in Bosco, scendono nel sottosuolo lungo le vie S. Mamolo e d'Azeglio per poi proseguire incanalate sottoterra sino a Piazza del Nettuno, per alimentare la fontana dello omonima statua del Giambologna.
Storie, stili e usi diversi si sono succeduti e sovrapposti nei secoli, ma oggi Palazzo Legnani-Pizzardi torna alla sua antica, originaria, destinazione di edificio dato alla fruizione pubblica del diritto, da luogo dello studio teorico a sede del Tribunale di Bologna, come approdo e affermazione dei diritti dei suoi cittadini.
Avv. Giovanni Berti Arnoaldi Veli
già Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Bologna
(1) Notizie tratte da Palazzo Legnani Pizzardi, Grafis, Bologna, 1991.
(2) Marco Boni, Le origini dell'Università di Bologna, in Bollettino del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati e Procuratori di Bologna, numero speciale per il IV Congresso Nazionale Giuridico Forense, Bologna, 21-26 settembre 1957.
(3) Per la biografia e l'opera politica di Giovanni da Legnano, cfr. F. Bosdari, Giovanni da Legnano, canonista e uomo politico del 1300, in Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le Romagne, serie III, vol. XIX, Bologna, 1901, pp. 1-137, e G. Ermini, I trattati della guerra e della pace di Giovanni da Legnano, in Studi e memorie per la storia dell'Università di Bologna, vol. VIII, Bologna, 1924, pp. 1-154, e in particolare il cap. I, Vita di Giovanni da Legnano, pp. 5-30.