L'ex Convento di San Procolo e la sua storia L'ex Convento di San Procolo e la sua storia

(Vista dell'Ex Convento di San Procolo dal portico dei "Bastardini" - 2021)

La storia del palazzo è strettamente legata a quella dell'adiacente chiesa di San Procolo, trattandosi del monastero che i monaci benedettini neri edificarono, sembra, a partire dalla fine del XII secolo.

(Lapide posta sulla facciata della chiesa di San Procolo, il cui significato non è ancora stato pienamente individuato: "SI PROCUL A PROCULO PROCULI CAMPANA FUISSET, NUC PROCUL A PROCULO PROCULUS IPSE FORET. A.D. 1393")

(Lapide posta sulla facciata della chiesa di San Procolo, il cui significato non è ancora stato pienamente individuato: "SI PROCUL A PROCULO PROCULI CAMPANA FUISSET,  NUC PROCUL A PROCULO PROCULUS IPSE FORET. A.D. 1393")

Le prime tracce del suo utilizzo sono riportate con riferimento all'attività degli scolari ultramontani dello Studio di Bologna, che lì si ritrovavano per celebrare le lezioni di diritto. 

Gli approfonditi studi storici effettuati hanno ipotizzato la seguente successione temporale nell'esecuzione dei chiostri.

All'inizio del 1400 viene realizzato il primo dei quattro chiostri principali, quello c.d. "Della Sagrestia".

(chiostro detto "Della Sagrestia", confronto tra lo stato di fatto del 2013 (frutto della ricostruzione cinque-seicentesca) e i lavori di ristrutturazione del 2015-2021)

(chiostro detto "Della Sagrestia", confronto tra lo stato di fatto del 2013 (frutto della ricostruzione cinque-seicentesca) e i lavori di ristrutturazione del 2015-2021)

Circa 40 anni dopo si aggiunge il chiostro c.d. "Del Refettorio":

(chiostro detto "Del Refettorio", confronto tra lo stato di fatto del 2013 (frutto della ricostruzione cinque-seicentesca) e i lavori di ristrutturazione del 2015-2021)

(chiostro detto "Del Refettorio", confronto tra lo stato di fatto del 2013 (frutto della ricostruzione cinque-seicentesca) e i lavori di ristrutturazione del 2015-2021)

Negli anni '60 del XV secolo, il monastero si amplia con l'aggiunta del chiostro c.d. "Del Capitolo" (contenente il pozzo e la sottostante cisterna per l'approvigionamento dell'acqua):

(chiostro detto "Del Capitolo", confronto tra lo stato di fatto del 2013 (frutto della ricostruzione cinque-seicentesca) e i lavori di ristrutturazione del 2015-2021)

(chiostro detto "Del Capitolo", confronto tra lo stato di fatto del 2013 (frutto della ricostruzione cinque-seicentesca) e i lavori di ristrutturazione del 2015-2021)

Durante il XVI e XVII secolo il monastero viene completamente ricostruito e assume la conformazione che è possibile riscontrare ancora oggi. Dello stesso periodo è la facciata verso il cortile interno (lato via De' Mattuiani):

(“Veduta della Casa degli Esposti dalla parte del prato in Bologna” in Archivio dell’Architetto Venturoli presso la Fondazione Collegio Artistico Venturoli, Collezione Castelli-Venturoli, cart. 4 citato in Aa.Vv., I bastardini: patrimonio e memoria di un ospedale bolognese a cura dell’Amministrazione provinciale di Bologna, Assessorato alla cultura, Bologna 1990)

(“Veduta della Casa degli Esposti dalla parte del prato in Bologna” in Archivio dell’Architetto Venturoli presso la Fondazione Collegio Artistico Venturoli, Collezione Castelli-Venturoli, cart. 4 citato in Aa.Vv., I bastardini: patrimonio e memoria di un ospedale bolognese a cura dell’Amministrazione provinciale di Bologna, Assessorato alla cultura, Bologna 1990)

(foto di porzione della facciata posta sul giardino interno dopo il restauro del 2015-2021)

Nella metà del XVI secolo si erige la facciata su via San Mamolo (oggi via Massimo D'Azeglio).

Nel 1796 l'arrivo di Napoleone trasforma il monastero in caserma per le truppe urbane, poste a sorveglianza delle porte della città.

Nel 1798 l'Ospedale degli Esposti (fino ad allora ospitato nel prospiciente edificio detto "Dei Bastardini") viene trasferito nell'ora Ex Monastero di San Procolo, con avvio dei lavori di adattamento alla nuova funzione di ospedale:

(particolare dello stemma del portone principale dell'Ex Monastero di San Procolo su via Massimo D'Azeglio, raffigurante due neonati, simbolo dell'Ospedale degli Esposti)

Nel 1860 all'interno del complesso vengono istituiti anche l'asilo della Maternità, per assistere le donne incinte illegittime, nonché l'Ospedale delle Croniche, per le donne anziane ammalate.

Nel 1939, e fino alla fine del XX secolo, l'edificio diviene sede dell'Ospedale di Ostetricia e Ginecologia, passando sotto la gestione dell' "Istituto Provinciale per l'Infanzia e la Maternità".

Nel 2011, dopo diversi anni di abbandono, l'immobile viene acquistato dalla società Max Immobiliare S.r.l., che nel 2015 stipulerà il contratto di locazione con il Comune di Bologna per la destinazione dell'edificio ad Uffici Giudiziari della città.