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Ruoli di udienza penale
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Comunicato stampa del Tribunale di Bologna

Pubblichiamo il comunicato stampa del Tribunale di Bologna a seguito della stipula del protocollo d'intesa per l'utilizzo dell'area "ex Sta.Ve.Co." ad Uffici Giudiziari.

 

"Il Tribunale di Bologna prende atto con soddisfazione della stipula del protocollo per la realizzazione della nuova cittadella giudiziaria nell’area “ex Staveco”.

Tale soddisfazione non è tuttavia piena perché non vi è ancora certezza di una risposta immediata all’attuale drammatica e insostenibile condizione di carenza di spazi.

La risposta ad una situazione di emergenza non può consistere soltanto nella firma di un protocollo che riguarda la realizzazione di un’opera pubblica, in tempi inevitabilmente lunghi e incompatibili con l’attuale stato di necessità.

La magistratura e l’avvocatura bolognese hanno sollecitato innumerevoli volte l’adempimento del contratto stipulato oltre tre anni fa per la realizzazione del Polo penale nell’edificio c.d. “ex Maternità”.

Il Ministro ha oggi promesso che dopo l’impegno per la destinazione dell’area “ex Staveco” a nuova sede del Tribunale si affronteranno i problemi della fase transitoria.

Questa fase può essere affrontata in un solo modo, dando corso al contratto già stipulato per il trasferimento alla ex Maternità del Tribunale penale e del Tribunale di sorveglianza, secondo il vecchio progetto ministeriale.

Si ribadisce con forza quanto si è detto in più occasioni: dando corso al contratto dell’ex Maternità non si aggiunge un altro contratto di affitto passivo, ma si sostituiscono  due contratti di affitto (periferici, non funzionali e sottoutilizzati) del costo complessivo di circa 700 mila euro con un solo diverso contratto che  dovrebbe alla fine costare 630 mila euro, con un risparmio di circa 70 mila euro, a fronte di maggior spazio (oltre due mila metri quadrati)  di cui non è più possibile fare a meno. Le esigenze più immediate riguardano aule di udienza, studi per magistrati, togati e onorari, luoghi di lavoro e studio per tirocinanti, stagisti, funzionari, cancellieri e ausiliari, spazi per la cancelleria e spazi per archivi, la cui carenza è drammatica e insostenibile.

Il Tribunale ha insistito perché la questione sia immediatamente affrontata dall’attuale Amministrazione, perché la sola ipotesi di una risoluzione del contratto per l’ex Maternità è per il tribunale un pericolo mortale.

La scelta che è stata fatta oggi con la stipula di questo importante protocollo è frutto e segno di una politica condivisibile e tenacemente portata avanti dall’attuale Amministrazione della giustizia.

Ma il futuro è incerto, siamo a un passaggio politico nuovo; non è detto che le attuali politiche saranno condivise dalla prossima amministrazione.

Occorre tenere fuori il Tribunale dalle incertezze e dalle oscillazioni del pendolo politico.

La scelta fatta all’inizio degli anni duemila di allocare il Tribunale di Bologna in edifici in affitto non fu frutto di scelte arbitrarie e speculative ma rispondeva agli indirizzi della politica del tempo, diametralmente opposta a quella dell’attuale Amministrazione.

Nel frattempo la necessità di prendere altri spazi in affitto, concordata sin dal primo tavolo tecnico per l’adattamento di Palazzo Legnani-Pizzardi a sede del Tribunale di Bologna, è diventata impellente e improcrastinabile per tutta una serie di sopravvenuti eventi che al tempo non esistevano ancora.

I fatti più significativi che hanno reso ancora più difficile la gestione del Tribunale (e che non potevano essere previsti al momento dell’insediamento del Tribunale nella nuova sede) sono stati: l’accorpamento di ben due sezioni distaccate (tra cui quella di Imola con carichi di lavoro molto prossimi a quelli di un Tribunale circondariale delle dimensioni di Ferrara, nel settembre 2013), le diverse competenze distrettuali assegnate (Tribunale delle Imprese, protezione internazionale e a breve le misure di prevenzione), l’aumento dell’organico del personale di magistratura, l’inserimento di oltre 100 Unità fra tirocinanti, stagisti, borsisti; l’aumento massiccio nell’impiego di giudici onorari che tengono quotidiane udienze in spazi risicati e invivibili, finalizzato agli obiettivi di smaltimento del programma “Strasburgo”.

Il continuo lavorìo per recuperare spazi per udienze, studi, cancellerie e uffici ha fatto sì che la crisi logistica  del Tribunale sia sotto gli occhi di tutti  con udienze  che non si riesce a  celebrare, con l’utenza accolta in modo inadeguato e mortificante, nell’impossibilità di  garantire condizioni di sicurezza ai fascicoli, in una situazione di endemico malcontento dell’utenza professionale e dei  sindacati dei lavoratori per la carenza di  tutela delle condizioni di lavoro; non ultimo  quello del cittadino costretto a vedere le condizioni talora indecorose in cui si celebra il rito della giustizia.

In relazione agli obiettivi prioritari di incrementare la produttività, si cerca di portare più processi alle udienze ma l’inadeguatezza sia del numero di aule che delle dimensioni di alcune di esse, la mancanza di adeguati spazi per i tempi di attesa, rendono il tempo d’udienza assai gravoso per i giudici, il personale di cancelleria, gli avvocati, i testi, gli imputati. E’ sufficiente verificare de visu cosa accade in un’aula di pochi metri quadrati e nello spazio antistante un luogo ove si tiene un’udienza di smistamento con 100 fascicoli.

Analoghe considerazioni si possono fare per le modalità di svolgimento delle udienze civili, per la condizione delle cancellerie con i fascicoli ammucchiati nei corridoi e nei pochi spazi residui, in rapporto alle condizioni degli archivi.

Dobbiamo segnalare l’aggravarsi di una situazione di crisi e il rischio che la situazione possa progressivamente degenerare se non si potrà disporre di una soluzione a breve termine che può essere solo l’ “ex Maternità”.

Il Tribunale ribadisce ancora una volta che il protocollo oggi opportunamente e felicemente sottoscritto, per la realizzazione nel più breve tempo possibile di una cittadella giudiziaria nell’area “ex Staveco”, non può prescindere dall’adozione di ogni misura idonea a consentire, nel tempo necessario alla realizzazione dell’opera, di funzionare, secondo le necessità e le attese dei cittadini, dell’utenza professionale e del personale della giustizia.

Tutto questo sembra sia stato compreso dal Ministro e dalla direzione ministeriale.

E’ stato detto che la firma del protocollo comporta l’analisi delle soluzioni necessarie per la fase transitoria.

Ci è stato assicurato un cronoprogramma dei lavori onde prospettare alla Proprietà la prevedibile durata dell’affitto.

Ovviamente la durata dei lavori, pur con la migliore volontà, non potrà essere fissata in termini perentori. E’ perciò necessario che il Tribunale possa con serenità contare nei prossimi cinque-dieci anni in un’allocazione efficiente, nel tempo necessario alla realizzazione del miglior progetto possibile per il nuovo Palazzo di giustizia.

Bologna 23 gennaio 2018

                                                                                                                                             Tribunale di Bologna"


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